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"Hermanos", le atmosfere flamenco-jazz del nuovo lavoro di Max Puglia

Otto tracce sospese  tra  melodie  folk,  gitane e mediterranee,  realizzato con

Nico di Battista e Francesco Cavaliere

NAPOLI - Hermanos è il nuovo capolavoro di Max Puglia, Nico Di Battista e Francesco Cavaliere contenente 8 tracce che si contraddistinguono tra loro attraverso le armonie di tre talentuosi chitarristi. L’idea di Max Puglia, nasce dal progetto concreto di riunire tre amici e dare vita , attraverso la loro sintonia, professionalità, passione, all’uscita del disco Hermanos che si avvale di sonorità latine, flamenche, innovazioni e virtuosismi che solo il tocco di “professionisti” può dare.   

 

Il loro talento si racchiude nei loro bagagli artistico – culturali cosi ricchi di sapori e maturi tali da sperimentare l’unione di tre chitarre, tre anime in una vera e propria opera d’arte che consigliamo di ascoltare.  La prima parte del tour si è appena conclusa riscontrando un notevole successo, si aspetta quindi la ripresa per continuare a seguire questo meraviglioso progetto. 

Max Puglia, chitarrista e compositore,  vanta 7 dischi che toccano tradizioni flamenco- gitane, folk, mediterranee, classiche che vanno ad intrecciarsi con il jazz, ritmi latini. 

Numerose le collaborazioni che variano da Eva Cortes, Consiglia Licciardi, Nino Buonocore, Fabio Concato, Antonella Ruggero.

Nico Di Battista è autore di 5 dischi da solista  e tantissime  collaborazioni che spaziano da  Senese a Buonocore, Mina e DePiscopo, Salomon Burke,  Forcione. La sua tecnica chitarristica, cosi personale è   sfociata nella costruzione di uno strumento : la DB GUITAR di cui Nico è progettista e realizzatore.

Francesco Cavaliere, chitarrista, ha vissuto 25 anni avendo una miriade di collaborazioni e suonando in tantissime jam session come ancora si usa a Londra e New York;  chitarrista elegante e molto esteta.

I VIRTUOSO GUITAR TRIO PRESENTANO HERMANOS

POSTED BY  ON OTT 31, 2013 IN ARTICOLI | 0 COMMENTS

 

Virtuoso Giutar Trio è un progetto musicale che nasce dall’ idea di Max Puglia di riunire sotto lo stesso percorso musicale, tre artisti, chitarristi, amici da sempre. In trent’anni hanno condiviso la passione per la chitarra e per la musica, ma soprattutto lo stesso quartiere: Bagnoli.

Ciò ha fatto si che, le otto tracce dell’album presentato al pubblico contenessero un qualcosa di innovativo, uno stesso contenitore ma al cui interno si possono trovare le influenze artistico-musicali di ognuno dei singoli artisti.

 

Max Puglia, la sua musica ha radici nelle tradizioni esotiche flamenco‐gitane, quelle Medio Orientali, e quelle del folk mediterraneo si intrecciano con trame di Classica, jazz e ritmi latini, musica al tempo stesso sofisticata e accessibile. E’ sensuale, passionale, romantica e inevitabilmente contagiosa.

Ha suonato nei jazz club cittadini, ha studiato con alcuni dei migliori chitarristi del mondo, tra cui Jim Hall, Mick Goodrick e Gerardo Nunez.

Nico Di Battista rappresenta sicuramente uno dei chitarristi più bravi che partenope abbia partorito, è autore di 5 dischi da solista e numerose collaborazioni, da Senese a Buonocore, Mina e De Piscopo, Salomon Burke e Forcione. Personalissima la sua tecnica chitarristica che è sfociata nella costruzione di uno strumento particolare la DB GUITAR di cui Nico è progettista e realizzatore.

Francesco Cavaliere ha vissuto 25 anni a Londra, suonando in migliaia di jam session e collaborando con diversi artisti del panorama internazionale. Chitarrista molto elegante, musicalità e melodia lo mettono tra i chitarristi più “estetici” che abbiamo in Italia.

Max Puglia, Nico Di Battista, Francesco Cavaliere hanno contribuito ognuno con il proprio stile, originale e costruito negli anni.

L’incontro ed il miscelarsi di questi suoni e del modo di utilizzare la chitarra, ha fatto si che il risultato fosse un album pieno di virtuosismi ed improvvisazioni che solo il jazz riesce ad esaltare a pieno.

L’album Hermanos presentato al Maschio Angioino di Napoli è stato prodotto da Bagnoli Power

Alfonso Papa for Backstage Press © Copyright 2013. All Rights Reserved.

 

Hermanos Trio in Tour
Max Puglia, Nico di Battista e Francesco Cavaliere, 

tre compositori e chitarristi bagnolesi legati da una storica amicizia e nati nello stesso quartiere di Napoli, Bagnoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I componenti dell'Hermanos Trio si sono rincontrati dopo aver fatto tutti e tre un percorso musicale molto intenso che vanta numerosi dischi, concerti e collaborazioni (Max ha di recente collaborato con Antonella Ruggiero e Nico di battista ha alle sue spalle la realizzazione di un pezzo per Mina nonchè una collaborazione con Nino Buonocore). Hanno realizzato insieme un disco che è una sintesi di suoni di grande efficacia, piena di virtuosismi e di improvvisazioni come solo il jazz, il linguaggio in cui si esprimono, consente di fare. Il disco ha anche influenze flamenche e latine.

Dopo aver avuto un successo incredibile il 15 sett al Maschio Angioino NA saranno in tour:

29 settembre Handrix day IV edizione a poviglio BOLOGNA
19 ottobre Folias club a Benevento NA
25 ottobre Maraniello jazz club a piano di sorrento NA
27 ottobre Around midnight jazz club NA

 

http://www.jazzitalia.net/viscomunicatoemb.asp?ID=21220#.UkcxTdJFDKh

Palco e società con gli Hermanos

di RozzoAristocratico - accordiano DOC #17844 | 16 settembre 2013 @ 11:00

Gli Hermanos sono tre chitarristi caratterizzati da stili diametralmente opposti, ma accomunati dalla passione per le sonorità acustiche inserite nel flamenco, nel jazz e spolverate con la tradizione napoletana. Abbiamo intervistato Francesco Cavaliere, Nico Di Battista e Max Puglia durante il tour promozionale del loro primo album.

Gli Hermanos, letteralmente "fratelli", sono un trio di chitarristi nati e cresciuti nel quartiere napoletano di Bagnoli. Un tempo culla di talenti musicali indimenticabili capaci di creare un'intera corrente musicale conosciuta anche oltre i confini nazionali, nel tempo Bagnoli ha visto gli anni bui dell'inquinamento e della mala gestione. Oggi la zona ha tanta voglia di riscattarsi e come spesso accade, la rivoluzione parte dall'arte e dalla musica.
Max Puglia, Nico Di Battista e Francesco Cavaliere si sono riuniti per un disco che rappresenta il desiderio del quartiere di dimostrare la propria passione e musicalità. L'album "self-titled", appunto Hermanos, è ora in uscita ed è protagonista di un tour promozionale appena iniziato con l'appuntamento live al Maschio Angioino di Napoli. Abbiamo approfittato dell'occasione per incontrare i tre musicisti, conoscere meglio i loro background, la situazione musicale napoletana e per sbirciare nella loro strumentazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietro Paolo Falco: che cosa è successo alla musica suonata, quella bella, colta, tanto diffusa nella Napoli degli anni '70 e '80?
Max Puglia: il problema è che, dopo l'avvento della neapolitan power, gli stessi musicisti non hanno fatto sì che diventasse una scuola didattica o di pensiero. Hanno suonato limitatamente alla loro cerchia senza dare un impulso favorevole all'allargamento di questo tipo di musicalità.
Noi abbiamo dovuto carpire e rubare, con le varie esperienze, questo cross-over che va dal jazz, alla fusion, alla musica napoletana. Quindi, se c'è qualcosa che non va in questo momento, io mi sentirei di dare la colpa proprio ai padri fondatori della neapolitan power.
Nico Di Battista: al 90% è come dice Massimo, ma per un 10% dipende ai tempi che cambiano. Il musicista non si è evoluto, e la voglia di restare ancorato a certi meccanismi ha fatto in modo che il mondo intorno a lui diventasse obsoleto. Non c'è ricambio. Il ricambio è ricerca, e se non c'è ricerca non c'è ricambio. Quindi si fanno sempre le stesse cose, i gruppi musicali sono tanti ma il discorso musicale è analogo. Il problema è che per fare ricerca bisogna applicarsi.
Il problema del neapolitan power forse è che è durato troppo poco, non c'è stata una scuola di pensiero che li seguisse, e oggi facciamo fatica a fare qualsiasi cosa, a cercare di seguire quel meccanismo.
Però noi ci proviamo, nonostante tutto, e comunque la nostra musicalità con gli Hermanos Trio è ben più ampia. Prevede anche cose che non c'entrano quasi nulla con Napoli, quindi è importante anche guardarsi intorno e guardare oltre.
Francesco Cavaliere: forse uscirò un po' fuori tema, ma secondo me ha un peso anche la politica, o la mal politica, che gestisce male sia i beni presenti da millenni, sia la cultura. Di conseguenza, la musica paga il suo pegno.
Da un lato c'è il completo disinteresse da parte della politica: con il patto di stabilità, per esempio, i Comuni si sono impoveriti e non hanno dato risorse per la musica. Ha fatto eccezione qualche sponsor privato. Dall'altro lato c'è il fenomeno televisivo delle gare musicali. La musica ora si ascolta in televisione e la musica dal vivo è stata un po' trascurata, e così muore.
MP: qui ci si collega a un altro discorso, cioè dove suonare e per chi. Il pubblico si restringe, diventa di nicchia, mentre invece la buona musica dovrebbe essere fruibile per tutti, e il problema è anche dove suonare, perché ora i club e i festival preferiscono chiamare il televisivo di turno, che taglia spazio ai bravi artisti che hanno qualcosa da dire e ci investono su.
Dico "investono", perché sia lo spettacolo di stasera sia la produzione del CD sono un investimento dell'associazione Bagnoli Power, che ha riunito degli artisti del quartiere napoletano di Bagnoli.
È un investimento a vincere, non pensiamo di trarre profitto economico, ma investiamo per la cultura in un quartiere che in questo momento è in uno stato di degrado politico e d'inquinamento folle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PPF: a proposito di "artisti con qualcosa da dire", cosa introducono di nuovo gli Hermanos nel panorama musicale?

MP: È chiaro che noi non inventiamo niente. Il discorso parte dagli anni '80 con il famoso Guitar Trio che tutti noi conosciamo. Il problema è che in Italia non esiste questo tipo di segmento, e soprattutto non esistono, o almeno noi non conosciamo, tre chitarristi che suonano in maniera così differente tra loro senza clonarsi l'uno con l'altro.
Nicola ha una tecnica particolarissima, complicatissima ma che però fa sembrare davvero semplice agli occhi delle persone. Francesco è di derivazione gipsy e flamenco, quindi suona tanti sedicesimi ben scanditi, dove ogni accordo ha la sua scala. Io invece suono in uno stile totalmente differente. Sentire tre musicisti che suonano stili così diversi potrebbe e dovrebbe non annoiare il pubblico anche su un concerto molto lungo.

PPF: parlare di influenze musicali è facile, quindi vi chiedo di nominare un album in particolare che ha segnato la vostra evoluzione artistica.
MP: io do molto spazio all'aspetto chitarristico e compositivo. Per me, più di un disco, ci sono due nomi: Ennio Morricone e Pat Metheny per gli arrangiamenti. Per il lato chitarristico, invece, non ho mai copiato un assolo, ho cercato di creare uno stile molto personale.
FC: ce ne sono tanti, ma per la tecnica che usiamo di sicuro John McLaughlin, Al Di Meola e Paco De Lucia con Friday Night In San Francisco ci hanno influenzato, nel bene o nel male.
Poi abbiamo cambiato i suoni, le chitarre. Nico suona uno strumento particolare, io mi sono affezionato alla chitarra nylon-string, tenendo queste sonorità molto acustiche. Certo, Friday Night In San Francisco è stato un motore di avvio per tutto il resto.
NDB: sì, anche per me Friday Night In San Francisco è stato un punto di partenza. Il giorno prima suonavo "Rotolando Respirando" dei Pooh, e Dodi Battaglia mi sembrava il più grande chitarrista del mondo. Non che non sia un grande musicista, ma lì mi si è aperto un mondo. Non avrei potuto mai pensare che la chitarra potesse avere un'evoluzione del genere, ma soprattutto così differente dal modo di pensare di un chitarrista elettrico fino al giorno prima. Sul versante acustico mi si è spalancata una porta, dal punto di vista compositivo invece no, devo essere sincero: per me uno dei più grandi compositori moderni è Ryuchi Sakamoto. Lui mi ha ispirato tantissimo e anche adesso mi ispira, ma anche Morricone, o la musica classica. Nel disco ci sono molti riferimenti a Chopin, che mi piace tantissimo, o Debussy, che adoro.
Poi, suonando anche il basso, i riferimenti musicali devono necessariamente essere totalmente diversi rispetto alla chitarra, quindi Weather Report, Jaco Pastorius, e i più grandi bassisti che hanno ispirato i più grandi musicisti di oggi.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il trio Hermanos ha iniziato da poco il tour promozionale per l'album omonimo. Maggiori informazioni sul trio e sulle date in programma a questo indirizzo.

 

http://chitarra.accordo.it/article.do?id=76208&fb

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